venerdì 31 gennaio 2014

Dal Giornalino della III F

Ecco una serie di articoli tratti dal Giornalino Pirandello a.s. 2013/2014. Un progetto che ha coinvolto gli alunni della III F. 






"Drogarsi”un fenomeno sempre più recente"

I giovani assumono droga frequentemente: i siti specializzati nella vendita di sostanze stupefacenti sono quadruplicati in 12 mesi, 800mila nel 2012 contro i 200mila del 2011

Michelle D. passa le sue giornate tra i monumenti di Firenze che tutto il mondo ci ammira. Ha cominciato a
consumare eroina a 13 anni, quando ancora frequentava la scuola media. Così come sua sorella Camilla e i
loro amici... I nuovi eroinomani sono sempre più giovani. Adesso l'eroina è più accessibile. Più facile. I
fornitori si sono adeguati. Viene aggiunta meno sostanza da taglio. La polvere non è più marrone. È bianca.
Più forte. Thailandese, la chiamano. Non è necessario iniettarla in vena. Fa effetto semplicemente aspirandola
nel naso. Anche Camilla (una giovane ragazza) la sniffa. "È una vita così", dice sua sorella Michelle:
"Bisognerebbe che qualcuno ci aiutasse a non essere più soli.
•COMMENTO:Secondo noi la droga è una sostanza che non andrebbe assunta in nessun caso, perché  può
provocare malattie e se vi è un abuso si può morire per overdose. La droga si assume soprattutto in luoghi
confusionari, come le discoteche o isolati come le periferie. Inizialmente i giovani provano euforia e libertà dai
propri problemi ma dopo si scontrano con terribili conseguenze. In poche parole:
•“LA DROGA E’ L’ANESTETIZZANTE DELL’ANIMO UMANO”.                

BEATRICE ,CHIARA , GIULIA  E LETIZIA  







 L’ALCOLISMO: una nuova “moda” tra i giovani


-Molte volte si parla di ALCOLISMO senza conoscerne il vero significato.
-L'alcol, nella cultura occidentale,  è sempre stato un compagno di strada privilegiato, una droga molto speciale. 
-Si usa dire che l’alcol è una droga legale, anzi la droga di gran lunga più diffusa nella popolazione.
-Pubblicità, luoghi comuni, interessi economici rilevanti spingono al consumo.
-Il bere è un comportamento a rischio: l'alcol da piacere di un momento a padrone di una vita.
-L'alcolismo non è una malattia ma  uno stile di vita doloroso e perdente.
-Il consumo dell’alcol è un comportamento che provoca gravi danni alla salute. L’alcol (vino, birra,
liquori) è una sostanza psicotropa , ossia in grado di produrre a chi beve le alterazioni dei processi psichici: si
beve per rilassarsi, dimenticare, stare in allegria, ma si può finire ubriachi, in preda ad eccessi di violenza.
-La manifestazione tipica dell’intossicazione alcolica acuta è l’ubriachezza, che è la conseguenza diretta ed
immediata dell’ingestione in un’unica volta di una forte quantità di alcol.
-Ciò che soprattutto spicca negli alcolisti è il progressivo decadimento etico: l’alcolista si comporta in
modo villano e grossolano.
-In  tutti  gli  organi  interni  si  possono  osservare  disturbi  di varia   natura  e  grado.                            
 Dal  lato neurologico si riscontra  con molta    frequenza il tremore soprattutto delle mani, ma anche nella lingua .L’alcol è da sempre la sostanza psicotropa, maggiormente sperimentata e consumata dai 16enni nonostante il suo uso sia loro vietato o limitato in molti  paesi. L’Italia è ai primi posti con il 63% di adolescenti che hanno bevuto almeno una volta nell’ultimo mese.Nonostante l’alcol sia la prima causa di morte per i giovani, l’approccio all’alcol sta diventando sempre più  precoce.Perché i giovani bevono? Desiderio di appartenenza al  gruppo, ricerca di un sostegno per affrontare situazioni di difficoltà, vincere la
noia, favorire la socializzazione.La pubblicità influenza molto il comportamento dei giovani: infatti giornali, riviste e Tv non si fanno scrupoli di pubblicizzare le sostanze alcoliche senza ricordare che questi prodotti possono essere anche dannosi. E' opinione condivisa da molti che la pubblicità incida notevolmente sul consumo di alcol soprattutto nei paesi con forti interessi in questo settore.La sovrabbondanza e il prezzo accessibile a molti delle bevande alcoliche in commercio sono un incentivo al loro consumo.
Riccardo, Francesco, Raffaele, Mattia.



 IL RAZZISMO. Non è un opinione, ma un reato
Razzismo:la diversità non uccide

  
•Ai nostri giorni sembra assurdo parlare ancora di razzismo,ma purtroppo è un atteggiamento ancor  diffuso nella società di oggi.
•Il razzismo afferma la non uguaglianza delle razze e l’esistenza di una razza superiore. Esso affonda le sue
radici in epoche lontane, i Greci chiamavano “barbari” tutti quelli che non parlavano il greco.
•Negli Stati Uniti, nonostante l’abolizione della schiavitù, i neri continuarono ad essere discriminati e
perseguitati per molti anni.
  •Ma l’espressione più tragica del razzismo si ebbe nella Germania nazista, quando Hitler cercò di realizzare
la supremazia della razza ariana, alla quale dovevano sottomettersi tutte le altre, soprattutto quella ebraica.
Iniziò così la persecuzione di quel popolo e più di sei milioni di Ebrei furono annientati nei campi di
concentramento.
•Nel dopoguerra, la decolonizzazione liberò molti popoli dall’oppressione coloniale, ma non impedì
l’affermazione di regimi come l’apartheid,in Sudafrica, dove la minoranza bianca costrinse la maggioranza
nera a vivere segregata nei bantustan .
• La condanna dell’ONU e le battaglie di Nelson Mandela portarono all’abolizione dell’apartheid (1990).
•Ha provocato orrore negli anni Novanta la pratica di pulizia etnica nella ex Iugoslavia che ha coinvolto
Serbi, Croati e Albanesi.•In Europa e in Italia un ritorno al razzismo si è presentato a fine secolo con le
massicce immigrazioni dai Paesi più poveri che hanno suscitato diffidenza nei confronti di razze diverse. Lo si
nota nei posti di lavoro, nelle scuole, nei ristoranti.
•Anche se il razzismo è ufficialmente rifiutato, la discriminazione continua ad esistere. 
• A   volte  basta  il  colore  della  pelle, la  lingua,  la  religione  o  il comportamento a discriminare popoli
che non hanno nessuna colpa della loro diversità.•Forme di razzismo a volte si sviluppano anche tra
compagni di scuola: per l’aspetto fisico, per l’abbigliamento o per il carattere diverso. In realtà nessuno è
uguale a un altro, nessuno è superiore e nessuno ha il diritto di umiliare la dignità del prossimo.
•Se si vuole combattere il razzismo occorre imparare a vivere “insieme”.
  MARTA,AMANDA,BIAGIO E MATTEO  







Immigrati clandestini: la speranza di un futuro       migliore
 

 Oggi l’immigrazione nella nostra     società ormai è un movimento globale. Gli immigrati e rifugiati hanno una situazione degli immigrati e rifugiati; la maggior parte di loro vengono dalla propria vita dalla guerra che purtroppo ancora oggi c’è in alcuni paesi. Arrivano con una grande speranza: realizzare il loro sogno in cerca di un futuro migliore, un lavoro e una vita dignitosa nel paese dove si parla della democrazia e della libertà d’espressione, della giustizia e  dell’uguaglianza, dove sono rispettati i diritti fondamentali dell’uomo , dove sono accolti i rifugiati perseguitati nel loro paese, perché lottano  contro l’ingiustizia, la violenza e  difendono i diritti delle donne e bambini. Oggi vediamo e sappiamo che in alcuni paesi ancora non sono  riconosciuti i diritti degli uomini, delle donne e dei bambini. Purtroppo spesso i diritti degli immigrati e dei rifugiati sono negati  anche nei paesi liberi e democratici . In certi luoghi e ambienti gli immigrati non sono accettati facilmente, per il colore della pelle, per   l’etnia o la nazionalità, sono derisi e in alcuni casi anche minacciati. Alcuni immigrati vivono in una situazione veramente grave e difficile. Alcuni di loro, essendo maggiorenni, quando arrivano neipaesi di destinazione non si presentano alla polizia perché sanno già che saranno rispediti nel loro paese, quindi cominciano clandestinamente a lavorare in nero, di conseguenza  sono sfruttati ,   sottopagati  e umiliati. I permessi di soggiorno sono difficili da ottenere e rinnovare, durano per un periodo molto breve e i procedimenti sono molto lunghi. Bisogna aspettare molto tempo per ottenerli, e si richiedono tanti documenti, certificati e bolli da pagare. La difficoltà di applicare la legge rende  più complicata la situazione  dei giovani immigrati, che manifestano per farsi sentire e per informare sulle loro condizioni di vita, con la speranza di essere aiutati e accolti nel modo adeguato. Purtroppo non riescono sempre a farlo e si scontrano con le forze dell’ordine e    l'intolleranza delle persone razziste.  Questo non dovrebbe   più accadere  perché viviamo in una società nella quale  tutti hanno la libertà di espressione. Quando gli immigrati arrivano a destinazione  desiderano essere accolti e riconosciuti legalmente dallo stato, ottenere i documenti e trovarsi un lavoro, ma purtroppo oggi per loro è molto difficile.
  Vincenzo, Samuele, Vittorio, Raffaele 




 Malnutrizione, analfabetismo, sfruttamento sessuale e del lavoro, conflitti armati sono i fenomeni più registrati
  Povertà: milioni di bambini privati dell’infanzia
Il 99% degli analfabeti vive in Paesi in via di sviluppo. Nel 2009 gli uffici minori delle Questure hanno rilevato in Italia 72 casi di prostituzione minorile.
 Oggi nel mondo sono tantissimi i bambini a cui viene negato il diritto di vivere un’infanzia serena. I principali Paesi nei quali si verifica questo fenomeno sono quelli sottosviluppati e in via di sviluppo. I vari problemi che causano questo fenomeno sono: malnutrizione, analfabetismo, sfruttamento del lavoro minorile, bambini impiegati nelle guerre, sfruttamento sessuale e traffico di minori. Ad oggi,infatti, sono circa 3,1 milioni i bambini che muoiono di fame. In base ad una ricerca effettuata negli Stati Uniti, nel 2011 erano oltre 165 milioni i bambini colpiti da arresto della crescita e 50 milioni quelli morti. Ma non solo: secondo il rapporto di Save the Children e il Crc (Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) il 32,3% dei minori italiani (quasi uno su tre) è a rischio povertà, contro il 28,4% degli adulti e il 24,2% degli anziani. Inoltre, le risorse destinate alla prima infanzia sono diminuite da 100 milioni del 2008 a zero.   La maggior parte di questi bambini si trova in Asia meridionale e in  Africa sub-sahariana. Secondo il rapporto dell’Unicef, oltre due milioni di bambini nel Corno d’Africa sono malnutriti e hanno bisogno di urgenti aiuti. Ed è proprio da questi luoghi che provengono tutti quei bambini impiegati nei conflitti armati. Ad esempio in Sierra Leone i bambini in combattimento hanno avuto un ruolo di primo piano. In Angola il 36% dei bambini ha prestato servizio come soldato. Ma ad essere impiegati nelle guerre non sono solo i bambini, ma anche le bambine come riportato in questa testimonianza: “Avevo un’amica Juanita, che si era messa nei guai. Eravamo amiche da prima di entrare nell’esercito e dividevamo la stessa tenda. Il comandante mi ha detto che non importava se era mia amica. Aveva commesso un errore e bisognava ammazzarla. Ho chiuso gli occhi e ho fatto fuoco, ma non l’ho colpita. Così ho sparato un’altra volta. La fossa era lì accanto. Ho dovuto seppellirla e ricoprirla di terra. Il comandante ha detto: ottimo lavoro. Anche se ti sei messa a piangere hai fatto un ottimo lavoro  Lo dovrai fare tante altre volte e dovrai imparare a non piangere”. Oltre ad essere impiegati nell’esercito i bambini vengono intrappolati in impieghi che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano a una vita senza svago e istruzione. I bambini vengono soprattutto impiegati nelle miniere, nelle piantagioni di tè o, come nel caso dell’India, nelle fabbriche in cui vengono prodotti bracciali di vetro. Inoltre un altro tipo di sfruttamento minorile è quello sessuale. Secondo i dati forniti dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, ad esempio, nel corso del 2009, gli uffici minori delle Questure, hanno rilevato in Italia 72 casi di prostituzione minorile. La percentuale nota di minorenni prostitute in Italia è del 7% con punte del 10% in alcune zone. Un altro problema legato ai Paesi sottosviluppati e ai bambini che ci vivono, è quello del traffico di minori. Le rotprincipali sono da sud a nord, da est a ovest. Non ci sono dei dati specifici, ma ad esempio si calcola che il solo traffico di donne e bambini in Asia per lo sfruttamento sessuale abbia fatto più di 30 milioni di vittime. A causa di quanto elencato, esiste in queste zone un alto grado di analfabetismo che impedisce di migliorare il  tenore di vita della popolazione. Ad esempio, in Africa, nonostante il passaggio dal 20% dei ragazzi scolarizzati al 40%, il livello si mantiene ancora basso. Sempre secondo i dati delle ricerche effettuate negli anni su questo tema, il 99% degli analfabeti vive in Paesi in via di sviluppo. Il tasso di analfabetismo, però, sembra più elevato tra le donne. Infatti, la percentuale risulta
essere il doppio rispetto a quella degli uomini. Nonostante l’approvazione della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia, lo sfruttamento del lavoro minorile persiste ancora in molti paesi.

di Giovanni Caggia, Andrea Coltello,

Alessandra Bertino e Ludy Strada





   

0 commenti:

Posta un commento